Spreco alimentare: 3+1 curiosità che cambieranno il tuo modo di vivere il cibo
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Sapevi che circa un terzo della produzione alimentare mondiale finisce in discarica, contribuendo alle emissioni di gas serra? Esploriamo 3+1 fatti che potrebbero aiutarti a vedere il cibo sotto una nuova luce e a introdurre un cambiamento positivo.
- Cos’è lo spreco alimentare
- Perché lo spreco alimentare è un problema così grande
- Fatto 1: butti via una quantità considerevole di soldi
- Fatto 2: le discariche e i gas serra sono il prezzo ambientale del cibo sprecato
- Fatto 3: il governo sta già facendo qualcosa al riguardo
- Fatto 4: puoi combattere lo spreco alimentare da casa tua - Shelfy: il tuo alleato contro lo spreco alimentare
Cos’è lo spreco alimentare
In occasione della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio, vogliamo sensibilizzare le persone al tema dello spreco alimentare ed evidenziare le conseguenze che questo spreco ha a livello economico ed ambientale, ma non solo.
Lo spreco alimentare è uno dei maggiori problemi della nostra società, ma molto spesso viene sottovalutato. Quante volte buttiamo via il cibo senza nemmeno pensarci? Quante volte scegliamo una verdura piuttosto che un'altra solo perché sembra più bella? Sono piccole azioni come queste che, insieme, rendono lo spreco alimentare il problema che è oggi.
Iniziamo con alcune definizioni per inquadrare il contesto. Per spreco alimentare si intende “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano, sono destinati ad essere eliminati o smaltiti”. Esiste poi anche il concetto di food loss, che si riferisce al cibo “perso” durante le prime fasi della produzione: raccolta, stoccaggio e trasporto.
In Italia, lo spreco alimentare vale 9 miliardi di euro all’anno. Guardando i dati, la maggior parte dello spreco avviene in casa: 42% degli sprechi sono domestici, 39% sono relativi alla produzione, 14% alla ristorazione, e 5% alla distribuzione. Nelle case, lo spreco stimato è di 524,1g di cibo alla settimana a persona. Gli sprechi causati dalla produzione (che comprende raccolta di prodotti agricoli, allevamento di bestiame, e lavorazione) sono purtroppo tra i più difficili da abbattere.
È davvero facile dimenticare quanto cibo sprechiamo come società, dato che la maggior parte degli sprechi non avviene sotto i nostri occhi. Guardare i numeri, però, può aiutarci a comprendere meglio l'entità del problema. Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), ogni anno viene sprecato il 45% di tutta la frutta e la verdura. Questo riguarda anche altri gruppi di alimenti: il 30% dei cereali, il 35% del pesce, il 20% della carne e dei prodotti caseari. Ciò significa che quasi un terzo di ogni gruppo alimentare viene sprecato.
Perché lo spreco alimentare è un problema così grande
Le conseguenze dello spreco alimentare non si limitano al cibo, ma si estendono anche all'ambiente e all'economia.
I fatti riportati di seguito ti faranno capire meglio l'entità del problema dello spreco alimentare, ma offriranno anche alcune soluzioni utili. Attraverso la sensibilizzazione, l'introduzione di piccoli cambiamenti nella nostra vita quotidiana e il sostegno del governo, possiamo fare la differenza, ma dobbiamo agire subito.
Fatto 1: butti via una quantità considerevole di soldi
Ogni volta che butti via quell'insalata mezza mangiata o gli avanzi della cena di ieri sera, stai praticamente gettando nella spazzatura il denaro che hai guadagnato con fatica. Sul momento può sembrare una piccola somma, solo un paio di euro, ma tutte queste piccole spese si sommano fino a diventare un importo considerevole.
Rappresentano una grande perdita finanziaria per i singoli, le famiglie, le aziende e l'economia. Non si tratta solo del costo del cibo in sé, ma anche dei costi di acquisto, produzione, trasporto e conservazione. Coinvolge la catena di approvvigionamento alimentare nel suo complesso.
Dai dati emersi dallo studio “Spreco e fame”, pubblicato dal centro studi Divulga, è emerso che ogni anno in Italia vengono sprecati 8,65 milioni di tonnellate di cibo, circa 146 kg a testa (15 in più rispetto alla media europea). Questo si traduce in circa 385€ sprecati ogni anno da ognuno di noi.
Fatto 2: le discariche e i gas serra sono il prezzo ambientale del cibo sprecato
Innanzitutto è noto che la produzione di cibo richiede risorse preziose come acqua, terra ed energia. Quindi, quando il cibo viene buttato via, stiamo effettivamente sprecando queste preziose risorse, peggiorando ulteriormente il problema.
Ciò che è un po' meno ovvio è la quantità di gas serra che viene emessa a causa di questo fenomeno. Quando il cibo si decompone nelle discariche, produce metano, un potente gas serra che contribuisce enormemente al cambiamento climatico.
Secondo alcune stime dell'UNEP Food Waste Index 2021, l'8-10% delle emissioni globali di gas serra sono associate al cibo sprecato. Secondo la FAO, l'impronta di carbonio associata allo spreco alimentare è stimata in 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno.
Il Consiglio dell’Unione Europea afferma che solo nell’Unione Europea vengono sprecate 59 milioni di tonnellate di cibo (131 kg per persona). Questi sprechi causano il 16% delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dal sistema alimentare dell’UE.
Fatto 3: il governo sta già facendo qualcosa al riguardo
L’Unione Europea si è posta l’obiettivo per il 2030 di dimezzare il volume degli sprechi pro capite. Per riuscire a raggiungerlo ha messo in atto alcune iniziative strategiche tra cui una direttiva quadro sui rifiuti, un piano per l’economia circolare e una strategia “dal produttore al consumatore”. Al primo posto di queste iniziative c’è la prevenzione del problema, quindi trovare nuove soluzioni per evitare a monte che questi sprechi si verifichino migliorando il monitoraggio e la raccolta dei dati. Vi sono poi anche azioni di riutilizzo delle risorse (es. trasformando il cibo in eccesso in mangime) e il riciclo dei sottoprodotti.
A livello nazionale invece, nel 2014 il Ministero ha finanziato il progetto REDUCE (ricerca, educazione, comunicazione: un approccio integrato per la prevenzione degli sprechi alimentari). Il progetto punta al miglioramento delle conoscenze sulle quantità e sulle cause degli sprechi alimentari, con particolare attenzione agli stadi più a valle della filiera e la sensibilizzazione dei consumatori finali sul tema dello spreco alimentare.
Fatto 4: puoi combattere lo spreco alimentare da casa tua
Ultimo ma non meno importante, sapevi che puoi combattere lo spreco alimentare partendo da casa tua? Sì, hai sentito bene! Ci sono molti semplici consigli che puoi seguire in cucina per evitare di buttare via il cibo, come ad esempio pianificare in anticipo e utilizzare gli avanzi di cibo.
Ma abbiamo un consiglio ancora più efficace...
Shelfy: il tuo alleato contro lo spreco alimentare
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