Cosa c'è dietro il design di Natede?
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Cosa c’è dietro il design di Natede? Design Thinking applicato al prodotto

Spesso si pensa al concetto di design come un prolungamento del concetto di bellezza. Quando si parla di questo, molte persone ritengono che sia più una forma d’arte che di utilità, e quindi considerata come un tipo di ricercatezza quasi fine a sé stessa. Un oggetto di design è bello, ma spesso si pensa che sia poco funzionale.

C’è molto di più di una bella estetica dietro a un prodotto. Il design è in realtà improntato sull’ambito strategico. Metodologie come il Design Thinking, infatti, sono basate su utilizzo e funzionalità. Ma, soprattutto, sono sia belli che utili. E per capire ciò, è necessario andare oltre le apparenze.

Design thinking applicato alla bellezza greca

Il design ha un’origine antica. Da sempre, infatti, l’uomo si è costruito oggetti che potessero essere usati nella quotidianità della sua vita. L’invenzione della ruota, della penna biro o di un computer. Tutti questi elementi hanno in comune una cosa sola: risolvono i problemi.

Per descrivere meglio che cos’è il design, è necessario fare riferimento al concetto di Kalokagathia. “Καλοκαγαθία” o anche “kalòs kài agathòs” è il termine che esprimeva il concetto di bellezza in greco. Bello è quindi qualcosa che è moralmente buono e funzionale allo stesso tempo.

Questa armonia tra estetica (Kalòs) ed etica (Agathòs) elevava il concetto di bellezza verso la perfezione ideale del cosmo e della natura, tanto ammirata dai greci per i rapporti matematici e i movimenti armonici. Questo concetto è sopravvissuto negli anni ed è stato traslato e applicato ai bisogni e alle necessità dell’uomo moderno. È qui che il concetto stesso di bellezza-utile ritorna in gioco tramite il concetto di Design Thinking, sviluppando anche nuove metodologie per portare a soluzioni innovative.

Che cos’è il Design Thinking?

Il Design Thinking è una metodologia che può essere applicata in tutti gli ambiti ed è pensato per problemi complessi, come decisioni relative alla strategia aziendale di un prodotto. Il Design Thinking ha l’obiettivo di trovare una risoluzione innovativa del problema soddisfando 3 criteri fondamentali: gradimento (del mercato o degli attori), fattibilità e redditività.

Questo modo di ideare i prodotti è connesso a varie forme di bisogni come design etico, che si espande dall’inclusione sociale al salvare l’ambiente. Tra i vari movimenti che sono stati ispirati a questo concetto, c’è il Cradle to Cradle.

Cradle to Cradle: design thinking sostenibile

Sviluppato da Michael Braungart, William McDonough e gli scienziati dell’EPEA di Amburgo, questo concetto è ispirato alla natura e ai principi dell’economia circolare. L’economia circolare è un nuovo modello economico e sostenibile per l’ambiente senza sacrificare la qualità della vita del cliente.

Il nome fa riferimento al ciclo di vita di un prodotto, che di solito va dalla nascita (in inglese “cradle”) alla tomba (in inglese “grave”). Grazie a questo nuovo modello economico diventa, appunto, “da nascita a rinascita” (“Cradle to Cradle”). Con procedure come riciclo, reinvenzione e trasformazione, il design diventa amico dell’ambiente e delle generazioni future risolvendo problematiche di tipo ambientale ed ecologico.

Il Cradle to Cradle è un movimento che, però, non si ferma a questo. Infatti, punta anche ad ottenere vantaggi economici, sociali ed ecologici. I materiali possono essere selezionati e ritrasformati senza diventare spazzatura e stabilizzare la fluttuazione dei prezzi del materiale grezzo. In alternativa, i materiali possono essere restituiti alla biosfera, diventando nutrienti da cui poi vengono create nuove componenti. Il Cradle to Cradle è anche il movimento che segue il nostro ultimo prodotto, Natede.

Cradle to Cradle

Credits: EPEA

Il Design Thinking dietro Natede

Natede è stato creato per sdoganare l’archetipo degli elettrodomestici casalinghi. Prima di tutto, è l’unico purificatore d’aria sul mercato che segue i principi dell’EPEA. Mentre la maggior parte dei purificatori d’aria sono ingombranti, visivamente poco attraenti, Natede si armonizza con lo stile e l’arredamento di ogni casa. Ma ciò che rende Natede unico nel suo genere è l’assenza di filtri costosi che devono essere sostituiti spesso. Natede, infatti, non ha bisogno di filtri da sostituire, riducendo le spese familiari al solo acquisto, evitando lo spreco di risorse.

Natede è un prodotto di design nato da un’idea di Vincenzo Vitiello (CDO e designer di Natede). È un purificatore d’aria che elimina gli agenti tossici dall’aria dentro casa con l’aiuto di alcune piante d’appartamento come l’Aloe. Queste piante sono usate come filtri e rimuovono gli inquinanti nell’aria attraverso le radici. Inoltre, c’è il filtro fotocatalitico che elimina virus, batteri e riduce gli odori.

Il Design Thinking dietro Natede

Per salvaguardare l’ambiente abbiamo usato materiali riciclati ad incastro. In questo modo, è possibile assemblare Natede senza l’aggiunta di colle. Come il nome dice, Natede significa Natura, Tecnologia e Design. Può sembrare semplice unire questi tre elementi in un singolo prodotto, ma non lo è. La scoperta scientifica fatta negli anni 80 da Wolverton è stata, infatti, completamente ridisegnata per essere ancora più efficace ed affidabile. Durante la fase di design thinking di Natede si sono presentate diverse sfide da superare. Per migliorare un equilibrio tra la potenza del flusso d’aria di Natede e una buona performance di purificazione abbiamo stretto una collaborazione con Plus+ Solution and Advantech, esperti di fluidodinamica.

Sfide e soluzioni

Il nostro obiettivo è purificare l’aria nelle case, ma altrettanto importante è avere un prodotto più sicuro possibile. Per questo abbiamo deciso di isolare il cuore tecnologico dall’acqua, che ha un serbatoio per il sistema di auto-irrigazione di 1L.

Il cuore tecnologico include, inoltre, 3 funzioni innovative che aiutano gli utenti a monitorare l’aria anche senza toccare il prodotto:

  • Sensore di prossimità
  • Compatibilità con dispositivi IoT/Smart Home
  • Interfaccia LED

Il sensore di prossimità permette di accendere e spegnere Natede senza toccarlo. Questo ti aiuta, per esempio, quando stai cucinando e hai le mani sporche! Se sei lontano dal prodotto, puoi invece chiedere a Google Home di accenderlo grazie alla sua compatibilità con dispositivi IoT.

Natede è anche un oggetto molto funzionale siccome non offre solo statistiche in tempo reale sull’app proprietaria, ma lo comunica anche tramite interfaccia LED. Infatti, l’interfaccia pulsa lentamente o velocemente in base a quanto la qualità dell’aria è buona. Se “respira” piano, allora l’aria è pulita. Altrimenti, hai bisogno di impostare la modalità performance per migliorarla.

design thinking

 

Più di un oggetto di design

Natede aiuta le persone a risolvere i problemi di inquinamento indoor, ma è molto più di questo. Infatti, la nostra azienda cerca di portare un miglioramento delle condizioni sociali in paesi in via di sviluppo. Grazie a Eden Reforestation Projects, il partner no profit che abbiamo scelto, cerchiamo di ridurre la povertà estrema e ripristinare le foreste, assumendo abitanti del luogo per piantare milioni di alberi ogni anno.

Vogliamo combattere i cambiamenti climatici e avere un impatto positivo sul pianeta. Per questo creiamo i nostri prodotti con il più basso impatto possibile. Per tornare all’ambiente ciò che ci ha dato, inoltre, piantiamo 10 alberi ogni prodotto venduto. In quasi 3 anni abbiamo piantato oltre 100 mila alberi.